Concludiamo con questo intervento il nostro viaggio intorno ai testi dei Beatles vicini al linguaggio religioso. Il quartetto più celebre di Liverpool ha cantato l'amore esaltandolo sopra ogni valore umano:
"Quando i cieli non sono così blu, / non ho nient'altro da fare, / solo pensare a qualcosa di nuovo da dirti, / ma le parole mi restano sulla punta della lingua [...] aspetto un'occasione / per provarti il mio amore".
(da Tip of my tongue).
"Così gli uccelli nel cielo non saranno tristi e soli, / perché sanno che possiedo il mio unico e solo amore [...]".
(da Bad to me).
"Ed eternamente/ sarò sempre innamorato di te [...]"
(da Thank you, girl).
"Ogni volta che guardo nei tuoi occhi, / vedo che lì c'è il Paradiso".(da Love of the loved).
"Anche nei miei sogni guardo nei tuoi occhi, / All'improvviso mi sembra di aver trovato un Paradiso".
(da Nobody I know)
Un riferimento agli Hare Krishna, che incontrarono i favori di Harrison, si trova in I am the walrus. Qualcuno ha anche avanzato interpretazioni religiose di Hey Jude: non ritengo sufficiente la documentazione per accertarne la legittimità... Concordemente i critici non possono però che accogliere la dichiarazione di Harrison stesso, secondo la quale Long, Long, Long è dedicata proprio a Dio, attraverso riferimenti alla moglie di George. Compare una visione mistica e panteistica, se leggiamo i versi (che tuttavia non accennano a Dio) con la chiave di lettura teocentrica che l'autore ci indica:
"E' stato un lungo, lungo, lungo tempo, / come ho potuto perderti / quando ti amavo? / C'è voluto un lungo, lungo, lungo tempo, / ora sono così felice di averti ritrovato. / Come ti amo. / In quante lacrime cercavo [...] Come posso mai metterti nel posto sbagliato? / Come ti voglio / Oh, ti amo / Sai che ho bisogno di te".
Un intero album dei Beatles è intitolato Abbey Road. In esso Lennon-Mc Cartney, attraverso la canzone You never give me your money, riprendono modi di dire che rivelano ricordi d'infanzia, tenerissimi, della loro educazione religiosa: "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, / Tutti i bimbi buoni vanno in cielo". Già... in cielo... è un altro tema ricorrente cantato dai Beatles... come quello del Paradiso: si diceva del termine caelum che può evocare ciò che è nascosto, celato. Paradiso, dal greco paradeisos, significa "giardino". Il giardino dell'Eden è, fra l'altro, il Paradiso terrestre... Il Paradiso è un un giardino di delizie, nelle religioni: questo concetto divenne presto atto a designare l'etrno soggiorno delle anime beate. E la musica dei Beatles ci ha fatto assaporare un po' di Paradiso, di beatitudine... e di eternità.
"Quando i cieli non sono così blu, / non ho nient'altro da fare, / solo pensare a qualcosa di nuovo da dirti, / ma le parole mi restano sulla punta della lingua [...] aspetto un'occasione / per provarti il mio amore".
(da Tip of my tongue).
"Così gli uccelli nel cielo non saranno tristi e soli, / perché sanno che possiedo il mio unico e solo amore [...]".
(da Bad to me).
"Ed eternamente/ sarò sempre innamorato di te [...]"
(da Thank you, girl).
"Ogni volta che guardo nei tuoi occhi, / vedo che lì c'è il Paradiso".(da Love of the loved).
"Anche nei miei sogni guardo nei tuoi occhi, / All'improvviso mi sembra di aver trovato un Paradiso".
(da Nobody I know)
Un riferimento agli Hare Krishna, che incontrarono i favori di Harrison, si trova in I am the walrus. Qualcuno ha anche avanzato interpretazioni religiose di Hey Jude: non ritengo sufficiente la documentazione per accertarne la legittimità... Concordemente i critici non possono però che accogliere la dichiarazione di Harrison stesso, secondo la quale Long, Long, Long è dedicata proprio a Dio, attraverso riferimenti alla moglie di George. Compare una visione mistica e panteistica, se leggiamo i versi (che tuttavia non accennano a Dio) con la chiave di lettura teocentrica che l'autore ci indica:
"E' stato un lungo, lungo, lungo tempo, / come ho potuto perderti / quando ti amavo? / C'è voluto un lungo, lungo, lungo tempo, / ora sono così felice di averti ritrovato. / Come ti amo. / In quante lacrime cercavo [...] Come posso mai metterti nel posto sbagliato? / Come ti voglio / Oh, ti amo / Sai che ho bisogno di te".
Un intero album dei Beatles è intitolato Abbey Road. In esso Lennon-Mc Cartney, attraverso la canzone You never give me your money, riprendono modi di dire che rivelano ricordi d'infanzia, tenerissimi, della loro educazione religiosa: "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, / Tutti i bimbi buoni vanno in cielo". Già... in cielo... è un altro tema ricorrente cantato dai Beatles... come quello del Paradiso: si diceva del termine caelum che può evocare ciò che è nascosto, celato. Paradiso, dal greco paradeisos, significa "giardino". Il giardino dell'Eden è, fra l'altro, il Paradiso terrestre... Il Paradiso è un un giardino di delizie, nelle religioni: questo concetto divenne presto atto a designare l'etrno soggiorno delle anime beate. E la musica dei Beatles ci ha fatto assaporare un po' di Paradiso, di beatitudine... e di eternità.
Questo articolo di Dario Coppola è stato pubblicato sul Corriere di Torino e della Provincia del 28/09/96.